25 Nov Balkans trip & the blog is back – Parte 2
Eccoci nella seconda parte della nostra avventura nei Balcani. [Qui la Parte I]
Dopo aver lasciato la base sotterranea con uno zoppicante Alessio, abbiamo iniziato il nostro traggito verso Bled.
Inutile dire che il nostro Jumpybus attirava l’attenzione di ogni pattuglia e posto di blocco, venendo fermati ogni volta per un controllo dei passaporti.
Il viaggio sarebbe stato lungo, abbiamo cercato di passare il tempo giocando a Sarabanda e facendo ascoltare ai nostri due compagni di viaggio fiorentini canzoni cantate in dialetto Bresciano. L’arabo forse per loro era più comprensibile.
Siamo arrivati a Bled in tarda serata. Dopo aver recuperato le chiavi dell’appartamento e una veloce lavata ci siamo concessi una cena luxury al ristorante del proprietario della casa che avevamo affittato per quella sera. Era un ex campione olimpionico di canottaggio, con tanto di medaglie in bella mostra all’ingresso del locale. Cena a base di piatti tipici per alcuni, ignoranza messicana per Giammy e Michele.
Mentre esploravamo la città dopo cena, ci siamo imbattuti in un gruppo di ragazzi Sloveni ubriachi che a mezzanotte hanno ben deciso di tuffarsi nelle acque ,decisamente poco calde, del lago di Bled.
Io, Stefano e Alberto avevamo già visitato quel posto lo scorso inverno, e lo scenario con i colori autunnali era totalmente diverso, anche se il freddo era quasi pungente uguale.
La gita prevista per il giorno successivo era la Gola di Vintgar. La avevamo già puntata la prima volta che eravamo stati li, ma sfortunatamente la zona è chiusa durante i mesi invernali.
La serata finisce con una incursione mia e di alberto nelle camere degli altri per prenderli giustamente a cuscinate per augurargli una buonanotte.
Ore 7.00, nessuno si era ancora svegliato tranne me. Mi ero rigirato per una decina di minuti nel letto e non riuscendo più a prendere sonno avevo deciso per una gita in solitaria al lago. L’appartamento era abbastanza vicino, in 10-15 minuti a piedi ero già sul piccolo pontile che affacciava direttamente sull’isola con la famosa chiesa. L’atmosfera non era un gran chè, ma ho scattato in ogni caso un paio di foto per ricordo.
Una volta rientrato alla casa base, gli altri si erano svegliati. Una colazione più o meno veloce sempre nel fantastico ristorante del proprietario dell’appartamento e poi via in direzione Vintgar, che dista circa 10-15 min dal centro di Bled.
Bled è veramente un posto molto piacevole, ma vi consiglio soprattutto le cose fantastiche che potete trovare nelle vicinanze. Noi lo scorso inverno eravamo riusciti a visitare le grotte di Postumija e il castello di Predjama. Obbligatoria anche una tappa nella vicina capitale Ljubljana.
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Vintgar è una gola, lunga la quale scorre il fiumo Radovna.
Il progetto delle passerelle è stato realizzato dal sindaco di Gorje e il fotografo Benedikt Lergetporer, iniziato alla fine del 1800.
Non mi sarei mai aspettato di trovare così tanti turisti. Noi siamo andati il 4 Novembre, ed era l’ultimo giorno di apertura prima della pausa invernale.
Un fiume di gente camminava sulle passerelle di legno sopra al fiume, rendendo terrificante ogni singolo scatto.
Eravamo stanchi e la stanchezza aveva abbassato drasticamente il grado di epicità e ignoranza della vacanza. Abbiamo raggiunto velocemente la parte finale, dove sopra una grossa cascata artificiale passava il ponte con la ferrovia.
Una piccola struttura in cemento, forse una vecchia chiusa sul lato della cascata, era lo spot perfetto per scattare qualche immagine particolare.
Alby si è posizionato sopra al blocco di cemento, mentre facevo decollare il piccolo Dji Mavic Pro. Dovevamo stare attenti a tenere i nostri droni abbastanza in alto, altrimenti l’aria spostata dalla violenza della cascata avrebbe potuto metterci in difficoltà.
Mentre scattavamo avevamo notato una persona che camminava sul ponte della ferrovia. Dovevamo andarci anche noi!
Abbiamo superato un altro ponte e iniziata la risalita nel bosco. Il sentiero era reso scivoloso dalle foglie autunnali e dal fango sulle radici. Inutile dire che abbiamo rischiato tutti di mettere il culo in terra più volte.
Arriviamo alla fine del sentiero e troviamo la ferrovia. Per arrivare al ponte dovevamo però passare in una galleria, che seppur corta rappresentava in ogni caso un rischio.
Davi ha preparato il suo drone per un volo di ricognizione, per capire da dove era meglio passare per raggiungere le rotaie. Nel frattempo io ho cercato gli orari del treno per capire quando saremmo potuti passare sui binari con più tranquillità.
“Passa ogni 4 ore, possiamo andare tranquilli, il prossimo è alle 17”. Non avevo ancora finito di dire quella frase quando sotto di noi nella galleria stava passando a tutta velocità un treno. Ok probabilmente era meglio non rischiare di passare nella galleria. Avevamo due scelte: passare nel giardino di una casa li vicino oppure scendere nel bosco e provare a prendere il sentiero che Ste aveva visto prima.
Abbiamo scelto la seconda opzione e passando in uno stretto sentierino nel bosco siamo finalmente arriviati ai binari e al ponte sopra alla gola.
Avevamo poco tempo, entro un oretta e mezza circa saremmo dovuti partire per tornare a Linate e riconsegnare il Jumpy.
La location era interessante, ma difficile da rendere in fotografia, forse l’inquadratura più interessante era quella del drone.
Queste sono probabilmente le uniche foto decenti che ho scattato quel pomeriggio.
Verso le 15 siamo partiti per tornare a casa. Anche questa avventura era finita!
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